Domenica 11 giugno
2017
VIII COMANDAMENTO:
Non dire falsa testimonianza
Il
vostro parlare sia : si, si; no, no; il di più viene dal maligno. (Mt 5,21-37)
Non
pronunciate mai parole non vere: non solo per correggere o modificare la vostra
vita o le vostre azioni che non amate e che vorreste diverse, ma soprattutto
per accusare ingiustamente il vostro fratello.
Non ingannate mai né con
intenzione, né senza intenzione.
Molte
volte voi supponete azioni o parole dette da chi state criticando alle spalle e
vi convincete che quello che voi pensate di lui sia il vero, pertanto senza il
minimo scrupolo pronunciate falsa testimonianza dandola come veritiera quando
invece si tratta solo di vostre supposizioni o peggio calunnie.
Spesso dietro
questo comportamento ci sono interessi personali puramente terreni, riprovevoli
agli occhi del Signore.
Questo
è un gravissimo peccato da voi sempre troppo poco riconosciuto.
Il
poter dire male di qualcuno vi aiuta ad emergere interiormente perché vi
gratifica il paragonarvi a colui da voi giudicato inferiore. Ma di quale
gratifica si parla? E soprattutto di quale giudizio? Il vostro e niente altro
che il vostro, quindi alquanto discutibile e incoerente e mai completamente
imparziale.
Per
non cadere nel peccato di rischiare di dire più del vero, conviene tacere anche
ciò di cui si è pienamente certi, se non strettamente necessario.
Quanti
peccati vengono compiuti con leggerezza con la bocca e con le parole che fate
uscire da essa!
Le
parole non vere, le bugie, oltre a venire sempre scoperte, si ritorcono su chi
le pronuncia sotto forma di sdegno da parte del Signore che non apprezza colui
che mente, sia nelle piccole cose, che nelle grandi, sia nella sua vita che su
quella di altri.
Anche
il pronunciare parole non vere a fin di bene, è peccare.
Se non si vuole
mentire, meglio tacere. Le parole false vengono sempre riconosciute tali con il
tempo.
Che
vergogna allora venire scoperti e definiti: bugiardi!
Chi potrà mai più fidarsi
di colui che inventa parole per giustificarsi, per migliorarsi, per accusare,
per ingordigia di gloria e di beni?
Ingannare
vuol dire non amare né il prossimo che si cerca di confondere con la falsità,
né se stesso perché si macchia la propria anima di peccato mortale.
Ricordate
che il vostro parlare sia sempre onesto e pulito, sia sempre lo specchio della
realtà e della sincerità della vostra anima, e il vostro agire ne sia la
conseguenza più chiara e diretta perché possiate ricevere la lode del vostro
comportamento non solo dagli uomini, che malgrado siano peccatori riescono a
riconoscere la verità interiore di chi ne è ricco, ma soprattutto dal Signore
Dio che tutto vede e tutto analizza e giudica.
Potete cercare di ingannare il
prossimo ma non riuscirete mai ad ingannare Dio che legge nel vostro cuore e ascolta
le vostre parole bugiarde, blasfeme e denigratorie.
Come
avete giudicato, così sarete giudicati (Mt 7).
Le parole che avrete usato verso
vostro fratello saranno le stesse che il Signore userà verso di Voi: se saranno
parole di amore, di comprensione, di dolcezza, di aiuto, di verità allora
riceverete amore, comprensione e perdono dei peccati, dolcezza per il vostro
pentimento, aiuto nel momento della morte, verità per saper conoscere la
profondità del mistero di Dio e contemplarLo per l’eternità.
Ma
se le vostre parole sono state false, offensive, accusatorie, cattive,
denigratorie, ingannevoli, cosa riceverete in cambio?
Tacete,
tacete se non siete capaci portatori di amore o se capite che con certe persone
l’amore non si potrebbe mai avere.
Il vostro tacere non sia solo verbale ma
anche mentale, perché se anche non vengono pronunciate le parole cattive, ma
solo pensate, esse provocano in voi lo stesso valore di peccato.
Imitate
la Santissima Vergine Maria che ha vissuto nel silenzio e nella meditazione
tutta la Sua vita pregando e perdonando, con il solo pensiero di innalzare la
Sua anima al Signore, senza giudicare nessuno e senza mai parlare male di
nessuno nemmeno di coloro che Le hanno ucciso il Figlio amato, per i quali ha pregato fino al suo ultimo istante.
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