L'Ira

Domenica 29 gennaio 2017

L’IRA
L’Ira, ecco il peccato capitale che viene meno considerato oggi come tale in quanto quasi nessuno ne conosce appieno il significato. Spesso voi definite iroso un individuo arrabbiato, sempre in collera, che agisce in maniera violenta, che scatta subito alzando la voce e maltratta l'interlocutore, ma il peccato di ira è molto più profondo ed è spesso presente in quasi tutti gli uomini.
Chi di voi non si è mai arrabbiato con il suo prossimo? Parente, figlio, marito/moglie, genitore, datore di lavoro, collega, vicino di casa, pedone o automobilista? E la lista potrebbe proseguire.
“Ho perso la pazienza perché me l’ hanno fatto perdere”, si giustifica l’iroso.
Ma perdere la pazienza è già peccato di mancanza di  carità.
Gesù disse: “Chiunque si adira con suo fratello, sarà sottoposto a giudizio”

L’uomo che è in pace con la propria coscienza e la propria anima, riesce ad affrontare qualsiasi contrarietà mantenendo la pace interiore e non trasformando la sua immagine che quando è in preda all’ira, diventa simile a quella di un animale incontenibile.
 Ecco che allora l’uomo si lascia andare al turpiloquio, alla bestemmia, a gesti violenti e aggressivi, ad espressioni verbali e giudizi contro il prossimo che non sono degni di un uomo che si possa definire figlio di Dio.

L’ira è un sentimento subdolo che si insinua poco a poco e di cui tutti gli uomini si possono ritenere colpevoli, chi più chi meno, per una o più volte nella propria vita.
Ma è anche il peccato che oggi voi non riconoscete più e per il quale pochissime volte vi pentite e chiedete perdono al Signore per averlo offeso con un atteggiamento che non Lo rappresenta sulla terra.
Pochi sono coloro che in confessione dichiarano di essere stati soggiogati dall’ira e hanno offeso un fratello con ingiurie, critiche, offese palesi o nascoste, mormorazioni, di averlo oltraggiato con gesti e parole, perché pochi sono coloro che si auto-accusano per aver perso la pazienza. Tutti giustificano il loro peccato quale effetto della causa del comportamento sbagliato del proprio fratello.
Ecco il peccato grave della mancanza di carità e della superbia che nell’uomo peccatore di ira esce allo scoperto quando non si riesce più a controllare e si crede di essere simile a Dio nel giudizio.
Ma se Dio è infinitamente paziente e misericordioso, perché voi vi ergete a giudici di vostro fratello? Perché invece di capirlo e amarlo, lo insultate? Lo denigrate? Lo assalite? E perdendo la vostra pace, lo odiate?
L’ira porta inevitabilmente l’uomo ad odiare, ad aver sempre voglia di far pesare sugli altri i peccati che lui ritiene che questi abbiano, ad aver sempre voglia di discutere, di litigare, di accusare, di criticare.

Fondamentalmente è un uomo infelice e insoddisfatto di sé e della propria vita che cerca di trovare una motivazione per sentirsi appagato, umiliando il prossimo al suo giudizio e a quello degli altri.
Povero uomo iroso, mai in pace con sé stesso e con gli altri che trascorre la propria vita con l’astio nel cuore senza utilizzare il tempo concessogli per lodare e ringraziare Dio del dono ricevuto e della bellezza che lo attornia!
Fuggite da qualsiasi situazione di lite, di critica, di commento, di arrabbiatura, restate lontano dalle persone prive di pace nell’anima perché sono quelle che non hanno Dio nel cuore e cercano di farvi precipitare nel loro abisso di odio.

Pregate tanto per gli uomini che non sanno riconoscere l’ira nel loro cuore e non sanno liberarsene perché ormai, posseduti dal male, non riescono ad avvicinarsi alla preghiera per ottenere liberazione.

Dominate l’istinto di scattare con ira in qualsiasi situazione e prediligete il silenzio alle provocazioni. Anche se siete nel giusto e vorreste aiutare il prossimo a capire il suo sbaglio, limitatevi a pregare per lui, rimanendo in silenzio con le parole ma urlando con il vostro spirito a Colui che tutto vede, tutto giudica e tutto salva se vede nell’anima la volontà di redimersi.

Non ergetevi a giudici, non condannate e non giudicate mai nessuno perché il giudizio è sempre denso di ira, odio, orgoglio e presunzione.
Siate amabili gli uni gli altri e aiutatevi con amore dove possibile o con il silenzio e la lontananza dove ciò non sia possibile perché porterebbe solo ad accrescere il disamore. 
Ma siate sempre onesti, mai ipocriti nei vostri atteggiamenti di amore. Meglio non compiere gesti mal sentiti che, con ipocrisia, compierli al solo fine di piacere agli uomini o di sentirsi in pace con la propria coscienza.
Dio vede tutto e conosce la verità del cuore umano e il suo amore:
Dove c’è ipocrisia non c’è amore e dove non c’è amore non c’è Dio, ma ira e odio.



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