Dio Padre di Amore e di Misericordia

Domenica 27 Novembre 2016

Dio Padre di Amore e di Misericordia

Nel vostro tempo attuale si sta parlando molto della Misericordia di Dio che è vera, santa e infinita, e si cerca di diffondere il messaggio che Dio Padre della Misericordia perdona all’ uomo ogni suo peccato, anche grave, perché Egli lo ama e lo vuole salvare.

Ed è vero!

Ma è anche vero che il Padre per perdonare ogni peccato ha bisogno di un cuore veramente pentito, contrito fino alle lacrime e desideroso di cambiare strada per mai più commettere l’atto vergognoso di cui si è macchiato.
Dio legge nel vostro cuore, quindi anche se volete convincere gli altri o voi stessi di aver provato vera sofferenza nell’ aver offeso Dio con il vostro peccato e sapete che in fondo non è vero pienamente, non potrete mai essere disonesti con Chi legge in voi ogni vostro desiderio e pensiero.
Non prendete alla leggera il dono immenso della riconciliazione con  il Sacramento della Confessione perché è solo attraverso una vera riconoscenza della propria colpa, abbassando il proprio orgoglio, rendendosi umili davanti ad un consacrato che incarna il Signore, che si può ottenere la liberazione del proprio male compiuto.
E’ importante questo atto di umiltà, nel riconoscersi indegni di sostare al cospetto di Dio, per poter ottenere da Lui, misericordia. Pertanto non solo l’intenzione, ma il compimento completo del Sacramento con l’assoluzione del peccato da parte del Sacerdote, porterà alla VERA remissione del peccato.
Non basta quindi nel proprio intimo chiedere perdono al Signore per aver commesso peccato, per riceverne la Sua Misericordia, perché viene meno la volontà di umiliarsi riconoscendosi peccatore  in maniera pubblica, come pubblico è stato il suo peccato.
Infatti il peccato non macchia mai soltanto il peccatore, ma crea tutta una serie di conseguenze anche in chi vive con lui, nelle persone che lo conoscono, in quelle che ne hanno sentito parlare per parole e racconti riportati, nell’ esempio errato che avrà trasmesso, oltre al male di per sé compiuto.
Ma se Dio Padre è Misericordia infinita e perdona e quindi salva da morte certa dell’anima un peccatore, pentito, è pur vero che Egli è anche giustizia, e giustizia infinita. Quindi anche se concede il perdono, non sempre sottrae la pena che il peccato ha generato, perché con la pena l’anima venga purificata.
Questo è un punto che non viene citato nel vostro parlare di Misericordia di Dio perché all’ uomo non piace sentire parlare di sofferenza.

Ma questa è la giustizia del Padre!

Non ci sarebbe giustizia tra un uomo che ha sempre vissuto una vita timorata di Dio, seguendo la Sua Parola, facendo sacrifici e rinunce per Suo amore e un uomo che, peccatore, sapendo di esserlo,  si è poi pentito e ha chiesto il perdono.
Dio non priva del Suo amore né l’uomo giusto né il peccatore, ma se al primo concede gioia e grazie già sulla terra e poi maggiormente in cielo, al secondo le concede dopo che la pena per il suo peccato sarà espiata secondo la Sua giustizia.
Pena da scontare che parzialmente o totalmente viene cancellata con le indulgenze previste dalla Chiesa Cattolica e praticate con animo devozionale preparato e contrito, riconoscendo il proprio stato di peccatore.
E’ sempre meglio evitare il peccato e quando disgraziatamente o volutamente si cede ad esso, correggersi il prima possibile per liberarsi così da una pena più minima.

La parabola detta da Gesù sul Figliol Prodigo offre un ottimo spunto per rendere chiaro quanto sopra esposto.

Nel meditare la parabola del “figliol prodigo” spesso siete portati a vedere con sentimenti di carità e simpatia il figlio che, dopo aver disobbedito al padre ed essersi allontanato per seguire il mondo e le sue delizie, si è pentito ed è ritornato in ginocchio da lui per ottenere il suo perdono.
Mentre l’altro figlio, il giusto, colui che ha sempre fatto con coscienza, diligenza e sacrificio il suo lavoro a fianco del padre, per una sua debolezza umana, ossia un attimo di gelosia provato nei confronti del fratello ritornato a casa, al quale viene dedicato un lauto banchetto per festeggiare il suo ritorno; viene spesso osteggiato dal lettore perché lo si accusa di non aver capito subito l’opera Misericordiosa  del padre. Ecco che allora il padre amorevolmente gli spiega che l’altro suo figlio lo aveva tradito lasciandosi prendere dalle lusinghe del male del mondo per poco tempo, ma quanto aveva sofferto per questo suo peccato? Aveva patito la fame, il freddo, l’indigenza, la solitudine, l’umiliazione fino a riconoscersi peccatore e ritornare a casa dove da ora in poi avrebbe ricevuto solo pace, amore e benessere. Lui invece gli era sempre stato fedele e devoto e quindi, da buon padre, gli aveva sempre riconosciuto ogni gioia e comodità e aveva condiviso con lui la sua stessa casa.
Il figlio che ha sempre cercato di camminare sulla retta via anche se con fatica e sacrificio, ha sempre ricevuto protezione e aiuto dal padre mentre il figlio caduto, che ha cercato con le sue sole forze di vivere la vita che voleva, si è ritrovato a soffrire e solo poi, quando ormai esausto, a pentirsi di non aver ascoltato le parole del padre.
Questi però è misericordioso e lo ha accolto a braccia aperte. Proprio come fa il Padre Celeste con ognuno di voi.
Cercate però anche voi come il figlio fedele, di vivere sempre nella casa del Padre seguendo le Sue regole, i Suoi insegnamenti e beneficiando delle Sue grazie che sono costanti, certe e abbondanti, sia in vita che, come ricompensa eterna, in morte perché il Padre non vuole che soffriate delle pene, ma solo e soltanto che godiate delle Sue gioie.



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