IV COMANDAMENTO

Domenica 14 Maggio 2017


IV COMANDAMENTO:
Onora il Padre e la Madre

Ognuno di voi è stato e sarà sempre, prima di tutto, figlio, perché ha avuto un padre e una madre che, scelti da Dio Padre, sono stati coloro che vi hanno trasmesso il dono immenso della vita, coloro sui quali il Signore ha posto la Sua fiducia perché ognuno di voi, amato e voluto da Lui, possa vivere sulla terra e in eterno.

Ogni uomo o donna sulla terra ha avuto quindi dei genitori che lo hanno concepito e ai quali deve sempre la sua riconoscenza. 

Senza il loro atto d’amore la sua vita non sarebbe mai avvenuta.

Essere genitori è un dono che dura per sempre. Dal momento in cui il soffio della vita si è posato sul grembo materno e vi ha chiamato ad essere i tutori del figlio che il Signore vi ha donato, per tutta la sua e la vostra vita, e per tutta l’eternità.

Si,  perché questo ruolo non cessa con l’eventuale morte prematura del figlio, non più presente in forma fisica sulla terra, ma sempre presente e vicino in forma spirituale, né cessa con la morte dei genitori perché legati ai propri figli da un amore invisibile e triplicato nell’altra vita eterna, tale da ottenere dal Padre, con le proprie preghiere,  le grazie necessarie per i propri cari sulla terra. E più  le loro  anime sono pure da ogni peccato, e più ottengono per loro.

Più volte vi ho insegnato che non si vive solo per sé stessi: più un’anima cammina nella rettitudine, nel dono e nell’amore,  più riesce ad ottenere grazie per chi ama.

Essere genitori è un compito che Dio affida a chi desidera trasmettere il proprio amore totalmente, e incondizionatamente perché il figlio possa imparare, come ha ricevuto, a donarlo a sua volta ai propri figli.

Il figlio infatti impara con l’esempio che ha ricevuto a riconoscere i suoi genitori come lo specchio del Padre Celeste, che ama e dona tutto per lui.

Per il figlio i genitori sono sinonimo di amore, di pace, di conforto, di aiuto, di sicurezza, di porto sicuro a cui approdare nelle difficoltà della vita perché certo che verrà aiutato.

E quale gioia più grande per un genitore se non quella di essere d’aiuto, con amore, alla propria creatura?

La Natura, così perfetta perché creata da Dio Padre, ci insegna come gli animali si sacrificano e si prendono cura dei propri cuccioli con immenso e gratuito amore.

Ecco che allora un figlio che avrà ricevuto tutto l’amore e il conforto che lo hanno reso sicuro e uomo nella vita, non avrà bisogno di rispettare come un “dovere” questo comandamento “onora il padre e la madre” perché non solo li onora e li rispetta, ma li ama, che è il sentimento primario e che supera ogni altra devozione.

Ma purtroppo alcuni genitori non rispecchiano l’Amore del Padre Celeste e si lasciano prendere dalla loro umanità con le sue miserie, dimenticandosi di essere stati scelti da Dio ad un compito eccelso. 

Non sempre trasmettono e donano pace e amore, non sempre aiutano e comprendono le esigenze di un figlio, non sempre sacrificano la loro vita per mettere al mondo una nuova vita, che non accettano o nei casi peggiori se ne liberano. Non sempre si rendono conto che per ricevere amore dai figli bisogna prima averlo dato, e soprattutto dato in abbondanza perché il figlio possa avere imparato a sua volta a donare.

Ma malgrado tutto il figlio è tenuto al rispetto, rispetto per coloro che gli hanno dato la possibilità di vivere del dono immenso della vita che non avrà mai fine.

Il rispetto verso i genitori può essere esercitato anche con il silenzio e la lontananza se in caso contrario si fosse soggetti a continue dispute e litigi. Esso non viene meno, a patto che sia sempre disponibile  ad aiutare e sostenere i suoi genitori nel momento del bisogno.

Dove c’è vero scambio d’amore non ci sono regole, o meglio non dovrebbero esserci perché tutto è gestito dal cuore. Non sarebbe necessario questo comandamento se un figlio, educato a ricevere tanto amore dai suoi genitori, si sposa e si allontana da casa, perché sentirà sempre nel suo cuore, riempito di amore, rispetto e sentimento profondo per i suoi genitori. Per lui il ritorno a casa sarà sinonimo di pace, e il ricambiare loro con l’amore ricevuto, sarà per lui una grande gioia.

Siate genitori degni del titolo che vi è stato dato dal Padre, trasmettete amore, pace, rispetto, altruismo, sacrificio ma soprattutto la FEDE verso il Signore Dio Padre, Figlio e Spirito Santo con le vostre parole e il vostro esempio di vita osservante e praticante nella Chiesa, e voi figli siate riconoscenti loro di quanto hanno fatto per voi nel mettervi al mondo e allevarvi, istruirvi ed educarvi ai veri valori della vita, perché gli uni e gli altri possiate vivere amandovi e aiutandovi vicendevolmente affinché questo legame così forte sia talmente solido da sconfiggere il temporale allontanamento dovuto alla morte fisica.

Il vostro amore reciproco si ricostituirà nei cieli per la vita eterna, insieme.



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