L'Invidia

Domenica 8 gennaio 2017

L’INVIDIA


L’invidia è il peccato capitale che è legato al primo della superbia. 
L’uno viene generato dall’ altro. 
Solitamente il superbo è anche invidioso del bene altrui, e l’invidioso di suo fratello diviene anche superbo, non potendo essere come lui.

L’invidia si insinua nell’uomo che non ha accettato così come è la sua vita, come dono ricevuto dal Padre, per il quale non prova nessuna Fede, quale figlio che si abbandona nelle Sue mani, e pertanto si contrappone continuamente al suo prossimo che analizza finemente per auto-commiserarsi nella sua vita diversa e, secondo lui, per qualche verso, meno felice di quella di suo fratello.

L’invidioso apertamente o inconsciamente accusa Dio di non avergli dato le stesse ricchezze e gioie che invece ha donato a suo fratello. Prova una sofferenza interiore perché si sente figlio di serie B, piange la sua sventura, si ribella all’ingiustizia che vede compiersi in sé e si allontana dal suo Creatore e Padre.

L’invidia è un peccato che come tutti gli altri peccati capitali, si insinua per volere diabolico in una persona fragile, con poca fede, ma con tanta stima di sé da desiderare che il meglio di ogni cosa accada sempre a lui.

L’invidia genera gelosia ossia quel sentimento negativo dell’uomo per il quale quest’ultimo desidera che il bene altrui diventi suo. Spesso per gelosia si compiono i più brutali crimini, banalizzando  e giustificando l’operato con l’eccessivo amore. Ma dove c’è gelosia, non c’è amore. La gelosia tende a possedere, mentre l’amore invita a lasciare, a donare, a rinunciare.
Fate attenzione perché non è facile riconoscersi invidiosi e gelosi del proprio fratello perché solitamente l’oggetto della propria invidia è anche colui per il quale si prova un sentimento di odio e di rancore: gli si attribuisce la colpa di avere ciò che non si ha ricevuto.
L’invidia è un sentimento che il Padre celeste non accetta nell’anima destinata a diventare Sua, infatti nel Vangelo più volte Gesù fa capire con parabole quanto l’uomo invidioso sia nel torto: nella parabola del figliol prodigo, il fratello fedele al padre era invidioso del fratello ritornato pentito per il quale si è fatto festa; nella parabola del padrone che chiama uomini a lavorare nella sua vigna in orari diversi della giornata, ma che poi risarcisce per il lavoro svolto tutti con lo stesso compenso; gli stessi farisei e scribi che cercavano di incastrare Gesù per condannarlo erano invidiosi di Lui e dei Suoi miracoli.

Riconoscete in voi l’invidia verso gli altri e cercate di eliminarla dal vostro cuore, perché è un tormento che distrugge la vostra anima.
Come fare? Amando.
Amare innanzitutto il dono ricevuto dal Signore: la propria vita, così come Lui ve l’ha donata con tutte le sue gioie e le sue preoccupazioni o sofferenze. Perché tutto rientra nel piano di Dio per la vostra crescita spirituale.
Accettare con amore ciò che si è ricevuto non permette all’invidia di insinuarsi in voi perché il fratello non viene più visto come un miraggio da imitare ma come colui da amare e il più delle volte da aiutare. La ricchezza vera non è quella data dai soldi, dalle case, dagli oggetti o dal benessere fisico e materiale, ma è quella che l’uomo possiede interiormente, e più ne possiede quanto più si avvicina a Dio e lo ama e lo ringrazia continuamente per ciò che da Lui ha ricevuto.

Dio manda doni diversi ad ogni uomo perché questi sia in grado di riconoscerli e di svilupparli nel corso della sua vita in modo che i suoi talenti portino frutto a lui stesso, agli altri e per la gloria di Dio.
Guai a chi prova invidia e gelosia per i doni che il Padre ha concesso agli altri suoi fratelli perché questo è un grave peccato agli occhi di Dio in quanto intrinsecamente l’invidioso, con la sua superbia, accusa Dio di ingiustizia e di parzialità. Cosa che non farebbe se il dono lo avesse ricevuto lui.
Dio è amore puro e giustizia infinita. Concede doni e sacrifici a chi sa che questi possano essergli utili per la sua e altrui crescita spirituale, e non lo danneggino causandogli superbia.


Un’anima felice e appagata nel suo cuore non sarà mai invidiosa di suo fratello e sarà sempre ricolma della grazia del Signore che preserverà in vita con il Suo prezioso aiuto e in morte con la Sua protezione e gloria eterna.

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