Domenica 4 Giugno
2017
VII COMANDAMENTO: Non
Rubare
Non
rubare ossia non prendere agli altri ciò
che non è tuo.
Non sottrarre ciò che non ti spetta, e accontentati di ciò che
hai ricevuto, ma non solo, dividi il tuo poco con chi ha meno di te.
Questo
il vero significato del settimo comandamento.
Vi
ho già elencato in quanti modi l’uomo “ruba” soprattutto l’uomo nel vostro
tempo nel messaggio: INFERNO E PURGATORIO
(*riportato
parzialmente in fondo).
Ma è bene chiarire meglio che rubare non si
intende solamente il gesto materiale di prendere qualcosa non proprio con le
proprie mani, ma portare via in maniera più subdola:
-La
calunnia e la critica che sottraggono alla vittima il suo buon nome e la stima
che gli ascoltatori avevano di lui.
-Più
grave è cercare di sottrarre al proprio fratello beni a lui spettanti con
l’eredità attraverso parole o gesti poco
onesti e disdicevoli per goderne egoisticamente.
-Sottrarre
al prossimo l’idea o l’intuizione che questi ha avuto dichiarandola propria.
Attribuendosi meriti non suoi.
-Esercitare
pressione su qualcuno ritenuto più debole ma capace di procurare il benessere
desiderato. Rubare a questi la sua autonomia nel pensare e nell’agire.
-Amministrare
per proprio tornaconto personale i beni e le disponibilità pubbliche quando si
riveste una carica di responsabilità, e non operare per il bene comune.
-Operare
in maniera disonesta, ma “furba” come voi la definite, per ottenere piccoli o
grossi vantaggi non solo economici. Si sottrae tempo o oggetti a chi ignaro le
ha messe a disposizione fidandosi del peccatore che viene meno al rispetto di
questo comandamento.
-Rubare
la buona fede di qualcuno insinuando nella mente concetti che lo allontanano
dalla Verità , per poter portare a compimento un piano terreno spesso molto
lontano dalla volontà Divina.
Quindi
l’uomo ruba continuamente perché vuole primeggiare, sentirsi migliore di suo
fratello, vuole avere più di lui perché crede di garantirsi una vita più lunga
e agiata, ma la verità è che ruba cose inutili proprio per essa.
Se si
soffermasse a riflettere capirebbe che l’unico vero e utile furto per sé stesso
e per il suo bene, dovrebbe essere quello di “rubare” i segreti di Dio,
ricercarli nell’intimo del Suo cuore, nella Sua Santissima Parola, nell’unione
spirituale con Lui attraverso la meditazione, affinché possa riempirsi di quel Divino
Amore che lo porterebbe a diffondere e a godere di quanto Dio stesso ha donato:
tutto Sé stesso.
*(tratto dal messaggio: INFERNO E PURGATORIO):
La
maggior parte dei peccati gravissimi che portano alla dannazione eterna si
possono raggruppare con un unico verbo:
RUBARE.
-Rubare oggetti
appartenenti al prossimo. L’uomo che ruba sottrae non soltanto un oggetto ma
tutto l’affetto e il sacrificio per ottenerlo che quell’oggetto rappresentava per
la persona e che il ladro non può e non vuole conoscere. Il suo solo obiettivo
è appropriarsi di qualcosa non suo per poterne godere i frutti illeciti. Povero
uomo stolto che non sa che l’appropriazione indebita non porterà mai a una
gioia totale e duratura, perché questo gesto gli è stato suggerito dal maligno
il quale dopo aver ottenuto la sua anima, lo tradisce facendogli perdere a
volte l’oggetto, a volte l’interesse per esso, a volte la sua stessa salute e
vita!
-Rubare la
vita al prossimo, con l’omicidio. Togliere la vita a qualcuno vuole dire rubare
la sua libertà e anteporsi a Dio Onnipotente e alla Sua volontà, l’unica che
può decidere della vita umana.. Oh! Quanti omicidi vengono compiuti con
leggerezza grazie alle vostre leggi che permettono l’aborto, l’eutanasia. Ogni
giorno ne vengono compiuti così tanti che Dio Padre non ha più lacrime da
versare perché l’uomo si è sostituito a Lui nel decidere chi deve godere del
Suo dono della vita e chi no. L’aborto è un omicidio compiuto in nome di una libertà
che lega l’anima a satana per sempre. Che libertà è allora? L’eutanasia è un
gesto di falsa pietà nei confronti di un congiunto che si vede sofferente, ma
che in realtà è diventato solo un peso, perché se fosse il vero amore a legare
una persona a quella sofferente invece di staccare la spina della sua vita, con fede si
rivolgerebbe al Padre per supplicarLo di limitare le sue sofferenze con un
miracolo, se questa è la Sua volontà, o con il miracolo di accogliere nel Suo
regno l’anima purificata dalla sofferenza. Chi decide per l’eutanasia ruba al
sofferente la possibilità sia di un miracolo che lo riporti in vita e che
quindi sia testimone della grandezza di Dio, sia del miracolo della sua
purificazione affinché con la morte egli possa varcare subito le porte del
Paradiso. Che diritto ha una persona di anteporsi ai piani di Dio?
-Rubare la
propria vita, con il suicidio. Proprio perché la vita è un dono di Dio, solo
Lui può decidere quando riprendere con sé l’anima che ha prestato al corpo
mortale affinché vivesse sulla terra. Chi si toglie la vita lo fa perché in un
momento di disperazione, in cui invece di cercare Dio e la sua salvezza, ha
pensato di risolvere da solo la fine della sua esistenza per non soffrire più.
Povero uomo! Le sue sofferenze inizieranno con la sua morte e saranno
sofferenze eterne.
-Rubare gli
affetti, la fiducia, la stima, la dignità al proprio fratello. 1)L’adultero/a è
colui che ruba la fiducia che il partner (marito o moglie) aveva riposto in
lui/lei perché fondasse la sua vita sull’amore e la fiducia reciproca per
affrontare insieme le avversità della vita. Chi tradisce colui al quale si è
legato con giuramento davanti a Dio, con il matrimonio, ha rubato la pace e la
stessa vita dignitosa al compagno/a messo/a al suo fianco da Dio, solo per
soddisfare le proprie voglie. Difficilmente l’adultero che coscientemente ha
rotto il legame matrimoniale riconoscerà di aver peccato ma preferirà accusare
il compagno/a di averlo portato a compiere questo gesto. Così ruberà a lui
anche la stima che gli altri avevano di lui/lei a causa delle sue parole
falsamente accusatrici. L’adultero inoltre ruba al tradito anche la sua
salvezza in quanto lo induce a compiere lo stesso peccato privandolo quindi
della possibilità di vivere una vita in grazia di Dio. E’ pertanto colpevole
anche per il suo peccato. Chi commette adulterio non ha mai una giustificazione
lecita agli occhi di Dio.
2)Ladro
è anche chi mormora alle spalle del suo prossimo, che lo critica, lo giudica e
lo condanna, questi ruba la sua stima e
l’affetto che altre persone avevano riposto in lui perché si lasciano traviare
dalle parole accusatrici che gli vengono riferite da chi volutamente vuole fare
del male, male che il più delle volte viene compiuto per ottenere una
vanagloria personale a scapito del proprio fratello. Chi è artefice di
divisione, di rottura, di separazione in qualsiasi rapporto che sia familiare,
comunitario ecc. sarà sempre colpevole di aver rubato l’amore, la stima e
l’affetto tra due o più persone e pertanto sarà privato di ogni sentimento
d’amore che si possa provare nella gloria di Dio.
3)Il
consacrato/a che ha tradito la fiducia del Suo Signore al quale aveva giurato
fedeltà fino alla fine dei suoi giorni è soggetto alle pene dell’inferno. Se
poi questi si è macchiato anche di colpe gravi che hanno trascinato nello
sconforto e peggio sulla cattiva strada, anime che a lui si erano rivolte per
riceverne conforto e aiuto spirituale, ingannandole con il suo comportamento
contrario alla legge di Dio, egli ha Rubato al
Signore le anime che avrebbe invece dovuto portargli come Gli aveva promesso
con il suo giuramento, allora la sua sofferenza sarà massima negli abissi più
profondi.
-Rubare la
purezza e la dignità altrui. La violenza compiuta verso il prossimo più debole,
soprattutto donne e bambini è un atto imperdonabile agli occhi di Dio. Chi
compie tali gesti non è soltanto un ladro meschino e vergognoso, ma un uomo che
non può più essere definito tale, in quanto questi atti di violenza non vengono
compiuti nemmeno dagli animali che seguono un istinto naturale imposto dal
Creatore e secondo cui l’unione carnale di due esseri di sesso opposto deve
essere svolto per amore e con il fine di procreare.
-Rubare la
propria dignità. Essendo figli di Dio ognuno di voi è tenuto a rappresentare
con l’esempio della sua vita le virtù sante del suo Creatore, dimostrando al
mondo e a coloro che non hanno conosciuto il Suo amore che vivendo in
rettitudine e pudore si rispecchia la volontà di Dio per l’uomo: una vita
felice e serena. Invece quanti sono coloro che si lasciano schiavizzare dal
male e che invertono la natura del loro essere invertendo anche tutto
l’universo attorno a loro creato, con il
seguire i propri istinti e accettando di compiere gesti contro natura! Ecco
allora che l’uomo ha inventato nuove categorie di persone, non solo più uomini
e donne, ma gay, transessuali, lesbiche, travestiti ecc. Depravazioni per
l’anima e per il corpo che sono un abominio agli
occhi di Dio. Le vostre leggi oggi accettano tali atti libidinosi giustificandoli
come atti di amore. Ma il vero amore è sacrificio e rinuncia di Sé per il bene
del prossimo. In cosa c’è rinuncia in questa deviazione? Il peccato contro
natura è un peccato di presunzione nei confronti di Colui che ha creato
l’ordine naturale delle cose e la presunzione si paga con il castigo esterno.
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