Domenica 5 Marzo 2017
PIETRO
Parliamo ora di Pietro, l’Apostolo.
Simone, chiamato poi “Pietro” da Gesù, era un uomo forte e robusto non più giovane quando venne chiamato a seguirLo, chiamata a cui lui si è sentito subito trascinato lasciando senza indugio la sua vita precedente: una moglie, il suo lavoro come pescatore, il suo paese, la terra che amava. Come un bambino si è lasciato guidare dalle parole e dall’amore del Signore che ha colto in lui un cuore puro e semplice, un cuore generoso e compassionevole dietro una corazza ruvida e a volte un po’ rude, quale poteva apparire alla gente.
L’amore che provava per il suo Maestro era un amore vero venutasi a sviluppare man mano con la sua vicinanza e si fortificava e accresceva in lui la Sua conoscenza.
Era un uomo fedele, fedele alla sua famiglia, ai suoi affetti e al Suo Signore per il quale avrebbe dato la vita. Queste infatti erano le sue parole più e più volte pronunciate a difesa di Gesù quando lo vedeva attaccato dai suoi nemici.
Sentendosi forte fisicamente con spavalderia dichiarava di voler combattere con la forza chiunque si fosse avvicinato al Maestro per fargli del male.
Nel suo cuore ciò che provava era vero, un vero sentimento combattivo e di difesa di Gesù che amava. Ma il Signore aveva bisogno non solo di forza in colui che aveva designato essere il Suo successore nella Sua Chiesa, ma di umiltà: “tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la Mia Chiesa!”
“Chi vuole essere grande nel Regno dei cieli, si faccia piccolo e umile in terra”
queste erano le parole che Gesù insegnava. Non la grandezza ottenuta con la forza, ma quella raggiunta con la conquista dell’umiltà. Più l’uomo sale in responsabilità e onore, più deve crescere la sua umiltà per essere gradito a Dio.
Gesù allora doveva fargli capire come era facile per un uomo cadere dalla sua onnipotenza e superbia nel momento della paura per la quale nemmeno Pietro, che si definiva forte e combattivo, era riuscito a resistere.
Infatti la paura di essere catturato insieme a Gesù, una paura del tutto umana, emerse in lui quando lo rinnegò tre volte prima dell’alba e del canto del gallo, come gli aveva predetto Gesù.
Lui si rese conto subito di ciò che aveva fatto: aveva rinnegato, abbandonato il suo amato maestro, per paura, paura del dolore che gli uomini gli avrebbero arrecato e paura della morte.
Iniziò in lui un tormento interiore così forte dovuto al pentimento per non essere stato forte, per non averLo difeso, per non essere stato capace di restare al Suo fianco, per averLo rinnegato apertamente, Lui che lo amava nel più profondo del suo cuore.
Pianse amaramente, di disperò per ore. Era diventato come un automa che vagava con un rimorso enorme nel suo cuore e avrebbe voluto tornare indietro nel tempo per aver rivissuto diversamente il momento in cui l’aveva rinnegato. Cambiare il suo peccato di pusillanime, in coraggio.
Povero Pietro! Quanto tormento interiore ha provato e quanto pentimento verso Gesù al quale non poté più avvicinarsi per ottenere il Suo perdono, perché circondato dalle guardie e da loro continuamente maltrattato.
Da lontano seguì la Passione del Maestro che per lui era diventata anche la sua passione. Era tormentato dal rimorso, lui che era sempre stato spavaldo nel dichiararsi pronto alla morte per salvare Gesù. Ora si sentiva il più piccolo e il più meschino tra gli uomini. Aveva tradito colui che amava, per paura di perdere.
Perdere la vita.
Non era ancora pronto per comprendere che la paura blocca ogni azione di amore, e la paura di perdere a partire dalle cose materiali per finire alla propria stessa vita, allontana dall’amore di Dio.
Era ancora troppo umano per comprenderlo.
Ecco il significato dello sguardo amorevole di Gesù su di lui al canto del gallo, uno sguardo di compassione e perdono per l’uomo-Pietro, ma che grazie a quello sguardo, l’”uomo” si è trasformato in vero Apostolo.
Umile e pentito, straziato dal dolore Pietro si rivolge alla Madre Santissima del Suo Signore, la quale lo accoglie maternamente tra le Sue braccia e a nome del Figlio, ormai spirato, lo perdona.
Per Pietro inizia una nuova vita.
Si rafforza nell’amore per il Signore e decide di dedicare tutta la sua vita a diffondere la conoscenza del Figlio di Dio, che è l’unica salvezza per tutti gli uomini.
Pietro è il primo “Papa” a cui Gesù ha affidato la Sua Chiesa e grazie al quale ogni suo successore sarà istruito sulla verità.
Verità assoluta che la Chiesa ha il compito di custodire integra e intatta come stata voluta e trasmessa dal Signore.
Pietro, il Papa, è colui che ha insegnato ai posteri ciò lui stesso ha imparato, con umiltà e abbattendo ogni tentativo nato dall’orgoglio di aggiungere qualsiasi suo pensiero o considerazione, da Colui che unico e solo poteva insegnare, il vero Maestro, il Figlio di Dio incarnato, Gesù Cristo.
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