OPERE DI MISERICORDIA


Fino ad ora abbiamo analizzato i più gravi peccati compiuti dagli uomini per i quali, senza vero pentimento, non c’è salvezza, non c’è vita eterna.

Ora vorrei iniziare con voi un percorso di approfondimento di quelle opere che invece, se compiute con amore, arricchiscono l’uomo di grazia e aiutano l’anima ad avvicinarsi a Dio: sono le Opere di Misericordia.

Come spiegato nel Vangelo queste riguardano tutte quelle azioni e opere compiute con il puro spirito di chi ama veramente suo fratello e desidera per lui il meglio aiutandolo materialmente e spiritualmente.
Ovviamente queste opere di Misericordia per essere definite tali non devono avere intrinsecamente nessun altro scopo che aiutare per amore, perché qualora venisse meno questa intenzione ( e il Padre vostro che legge nei vostri cuori, conosce bene il fine) per scopi umani quali la speranza di ricevere in cambio qualcosa, la soddisfazione di essere giudicato caritatevole, i soldi che ne possono derivare o la fama....ecco che queste opere, anche se compiute e considerate meritevoli agli occhi del mondo, sono, al cospetto di Dio, causa di dannazione.

Le opere di Misericordia corporale e spirituale sono come dei lasciapassare che se compiute aiutano l’anima a ricevere più prontamente la Misericordia di Dio Giudice quando vi troverete davanti a Lui e dopo che vi sarete pentiti, ancora in vita, dei vostri peccati.

OPERE DI MISERICORDIA:
corporale:
1- Dar da mangiare agli affamati
2- Dar da bere agli assetati
3- Vestire gli ignudi
4- Alloggiare i pellegrini
5- Visitare gli infermi
6- Visitare i carcerati
7- Seppellire i morti


Spirituale:
1- consigliare i dubbiosi
2- Insegnare agli ignoranti
3- Ammonire i peccatori
4- Consolare gli afflitti
5- Perdonare le offese
6- Sopportare pazientemente le persone moleste
7- Pregare Dio per i vivi e per i morti


Dar da mangiare agli affamati

Siate compassionevoli verso chi non ha cibo, verso chi ha meno di voi.

Condividete ciò che avete con colui che vi chiede aiuto perché il Signore Padre vostro dal cielo possa leggere l’amore nel vostro cuore e ricompensarvi del vostro gesto.

Nulla di ciò che avrete donato andrà perso perché la Grazia Divina non vi farà mai mancare del necessario avendo riconosciuto in voi un cuore amabile.

Dividendo il vostro pane con il fratello voi non morirete e aiuterete a vivere anche lui.

L’egoismo porta solo morte: all’egoista che vivrà solo di ciò che avrà accumulato, e fintanto che ne avrà, e al bisognoso che sarà lasciato da voi morire di fame.

Dar da mangiare agli affamati è un’opera di misericordia corporale che non si limita a considerare solo il cibo, ma ogni bene materiale che la Provvidenza vi ha donato e che proprio in riconoscenza di questa abbondanza è giusto per l’anima più giusta e vicina al Signore, condividerla con chi è meno fortunato.

Come potete vivere nella pace del cuore sapendo di aver chiuso la porta a chi vi ha chiesto aiuto?

Come potete calpestare il bisogno di vostro fratello e non sentire rimorso per averlo defraudato dal vostro aiuto?

Come riposare la notte con la coscienza di chi ha cercato con ogni mezzo di tenersi stretto ciò che ha ricevuto o peggio cercato di strappare ciò che lui ritiene gli sia dovuto, a suo fratello?

Come potete chiedere e pretendere aiuto dal Signore quando voi per primi chiudete la porta al vostro prossimo?

Dar da mangiare agli affamati si applica non solo alle opere di volontariato, opere già di per sé meritevoli di lodi e di grazie agli occhi del Signore, ma anche a tutti quei lavori, a quelle professioni che si rivolgono all’aiuto materiale e corporale degli altri: i professionisti nel campo medico e paramedico, i detentori dell’ordine pubblico e della difesa, i vigili del fuoco, i professionisti che offrono servizi al prossimo in vari campi (coloro che si occupano dei bambini o degli anziani….), i possessori di case che le offrono in affitto, i responsabili e i datori di lavoro, i capi di stato, di nazioni, comuni….Tutti coloro che hanno scelto una professione che preveda un servizio materiale al prossimo, hanno il compito di rendersi responsabili del benessere altrui con l’impegno e la vocazione di chi ha scelto di fare del bene giustamente e rettamente senza speculazioni di sorta e senza cercare di ottenere solo un beneficio economico personale.

Se ognuno di voi lavorasse con il solo scopo di fare del bene al prossimo senza calcolarne una ricompensa, allora la vostra società sarebbe protetta dalla grazia dell’amore che renderebbe facile la vostra vita sulla terra.

Ma purtroppo siete vittime dell’egoismo e non riuscite a liberarvi dal pensare prima di tutto a voi stessi e poi agli altri. Ma più pensate a soddisfare voi stessi e meno il Signore potrà intervenire fornendovi le grazie che desiderate.

Per il libero arbitrio, dono a voi concesso, voi siete liberi di scegliere se trattenere egoisticamente e vivere solo per possedere cose materiali, oppure seguire gli insegnamenti che il Figlio di Dio è venuto a darvi e cioè aprire il vostro cuore all’amore e alla condivisione, affidandovi con fede alla Provvidenza Divina che sempre aiuta e sostiene l’anima caritatevole.




Dar da bere agli assetati

Questa seconda opera di Misericordia corporale potrebbe essere associata alla prima (dar da mangiare agli affamati) perché riguardano entrambe un atto di carità verso chi ha necessità primaria per la sopravvivenza del corpo, ma oltre a questo si differenziano per il significato più profondo che intrinsecamente entrambe posseggono. 

Come per la prima, anche “dar da bere agli assetati” non riguarda solamente il bisogno della sete da soddisfare caritatevolmente al prossimo. 
Ma si allarga al campo materiale comune della vostra vita giornaliera, nello svolgimento quotidiano del vostro lavoro. 

Coloro che svolgono professioni che si occupano di garantire la giustizia, l’istruzione, l’educazione, la preparazione professionale, i sacerdoti e i laici impegnati nell’istruzione spirituale e teologica…hanno il compito di “dissetare” il prossimo con la conoscenza che gli permetterà di procurarsi da vivere e di crescere verso la Verità.

Coloro che volontariamente hanno scelto di educare ed insegnare al prossimo devono compiere il loro lavoro con impegno e il vero desiderio di apportare conoscenza per il bene degli altri e non, come purtroppo spesso accade per molti professionisti, avere solo il desiderio di procurarsi uno stipendio.

La dedizione e l’impegno sono tanto più perfetti tanto più coloro che la praticano sono ricchi di carità cristiana.

Senza la carità non si può ottemperare a nessuno opera di misericordia.

Dar da bere agli assetati riguarda anche coloro che svolgono per volontariato opere di benessere pubblico e culturale (i catechisti, i musicisti….).

In quanti modi si può “dissetare” il prossimo, anche semplicemente con parole di conforto a chi si rivolge a voi per confidarvi un suo problema e per il quale è necessario che vi immedesimiate completamente in lui e cerchiate di fare vostro il suo problema perché esso sia veramente condiviso da voi e sentito nel cuore quale sofferenza da contrastare per il bene di vostro fratello.


Essere presenti e attivi per donarvi sempre agli altri rende l’anima viva e capace di trasmettere l’amore del Padre che attraverso di lui dona a piene mani miracoli della Sua Santissima Provvidenza.




Vestire gli ignudi

Voi vi chiederete chi ormai nel mondo non possieda nemmeno un vestito per coprirsi e se anche ciò in alcune parti del mondo ancora esiste, vi liberate dal senso di colpa donando i vostri abiti che più non utilizzate. 
Opera degna di lode, questa, perché dare agli altri ciò che la Provvidenza vi ha donato in abbondanza è sicuramente un gesto di misericordia. 

Ma la VERA misericordia si ottiene quando non si regala al bisognoso il vostro superfluo, cioè ciò che a voi non serve più, ma quando si divide con chi ha freddo, il vostro mantello, i vostri beni.

L’uomo ignudo è da considerarsi in questo caso l’uomo povero, anzi l’uomo più povero dei poveri perché non ha nemmeno uno straccio per coprire le sue nudità e salvare il suo pudore. 

E quanti uomini in questo stato ci sono nel mondo!

Per l’egoismo di pochi, molti soffrono.

Per voi oggi che vivete nel benessere, l’abito non è più una necessità per coprire il vostro corpo e salvaguardare il vostro pudore o per proteggerlo dal freddo, ma è diventato un sinonimo di benessere e di ostentazione del proprio livello sociale. 

Spendete tantissimi soldi per l’abbigliamento al solo scopo di piacere e piacervi, ma soprattutto spendete per un abbigliamento volgare e sempre più indecente.

La ricerca continua dell’essere ammirati vi ha ridotto in schiavitù, siete schiavi di un consumismo e di una immagine che volete dare di voi stessi, privando il vostro essere della sua vera essenza, cioè il suo io interiore che non ha bisogno di appagamenti visivi e superficiali per emergere, ma nel suo silenzio e nella sua interiorità riesce a sfoderare una potenza che gli viene impressa dalla grandezza del Padre.

Dove non c’è modestia nel vestire e nell’apparire, non ci sarà mai la grazia.

La misericordia del vestire gli ignudi quindi per prima cosa operatela su voi stessi e per voi stessi, perché pur essendo benestanti, avete raggiunto una povertà spirituale tale da essere più nudi dei poveri più poveri.

Ricordate sempre i miei insegnamenti: chi da' scandalo con la nudità del suo corpo, sarà colpevole doppiamente per il peccato di desiderio provocato in colui che vi ha rivolto lo sguardo e per quello di tentatore provocato da voi. 

E non giustificatevi nel dire che il vostro atteggiamento era inconsapevole, perché se vi vestite in maniera consona e non volgare nessuno verrebbe mai provocato.


Condividete quindi il benessere ricevuto dal Padre con voi stessi e con gli altri, dando importanza al vestito il cui scopo non è quello di apparire per essere ammirati, ma semplicemente quello di nascondere, per pudore, il tempio Santo dello Spirito in voi. Non con malizia, ma con semplicità e castità, vestite il vostro corpo e donate anche al povero, vostro fratello, questa stessa possibilità perché il vostro cuore si innalzi alla misericordia che ha avuto il Signore nel preparare pellami per coprire i vostri progenitori quando, dopo il peccato, si sono scoperti “nudi”.





Alloggiare i pellegrini

Questa opera di misericordia oggi più che mai viene menzionata dai vostri politici o guide anche religiose per giustificare l’intervento di persone senza scrupoli che hanno operato in modo da far si che parecchi uomini fossero spostati dalla loro terra in cerca di benessere illusorio con la promessa di una vita migliore. 

Molti scappano realmente da situazioni bellicose, ma molti, troppi, no.

Con l’accogliere i pellegrini si intende ospitare al meglio coloro che non hanno un rifugio, che sono rimasti senza una casa e un posto dove ripararsi. 

Adoperarsi per aiutare il proprio fratello è una grande opera di misericordia, al contrario, chi chiude la porta a colui che gli chiede un aiuto, un tetto, un riparo, sarà disprezzato dal Padre che è fonte di misericordia.

Ma fate attenzione a non usare la parola “misericordia” per nascondere fini umani che poco hanno a che fare con il trasporto del cuore. 

Ed è ciò che sta succedendo nelle vostre nazioni dove è l’interesse economico a prevalere su di essa.

Per paura, a causa di comportamenti erronei di alcuni di essi, o per mancanza di possibilità spesso girate le spalle a colui che è pellegrino nella vostra città e lo abbandonate a sé stesso. 

Con questo atteggiamento più che un uomo ricolmo di carità cristiana si ha a che fare con un uomo egoista che ha l’unico scopo di vivere i suoi giorni con ciò che ha ricevuto, per paura che, venendone a mancare, si possa verificare per lui l’indigenza.

Ha già quindi la sua ricompensa e non ha bisogno della Divina Provvidenza.

Colui che invece si adopera per aiutare e condividere le necessità del suo prossimo magari dandosi da fare a trovargli un ricovero o fornendogli i mezzi affinché possa vivere una vita dignitosa fin tanto che si troverà lontano dalla sua terra, sarà sicuramente aiutato e incoraggiato dal Padre.

Non c’è stato posto per Maria e Giuseppe nell’albergo a Betlemme, ma un uomo dal cuore pio ha suggerito loro un capanno di fortuna, una stalla, e come è stato ricompensato? Ha avuto la gioia di essere tra i primi a riconoscere nel bambino appena nato, il Salvatore.

Gioia che lo ha accompagnato tutta la sua vita.

Siate anime pie e immedesimatevi nei problemi di chi si trova straniero, lontano dalla sua casa e dalla sua terra o in chi ha perduto tutto o non ha da dare un tetto a sé e ai suoi figli, non chiudete mai la porta a chi vi chiede aiuto e se impossibilitati a dare loro una casa, adoperatevi perché si possa provvedere al benessere del pellegrino che bussa alla vostra porta.

Ricordatevi che siete tutti pellegrini sulla terra e che un giorno ognuno di voi, nessuno escluso, busserà alla porta di Dio per chiedere asilo, chiedere di essere ammesso nella Sua casa di gioia eterna e seguendo gli insegnamenti di Gesù: “tutto ciò che farete a uno solo di questi piccoli è come se lo aveste fatto a me” e quindi da Lui, ormai Sommo Giudice, riceverete il lascia passare o meno per entrare nella Sua santa dimora e godere con Lui della vita eterna a seconda di come vi siete comportati con gli altri.




Visitare gli infermi

Opera di misericordia corporale tra le più difficili da attuare per voi, sia per coloro che vogliono compierla, sia per coloro che, infermi, ricevono la visita.

L’egoismo umano spesso porta a disinteressarsi del dolore del prossimo oppure ad occuparsene fino a quando questo non provoca un qualche grande sacrificio fisico e materiale. 

In questo caso l’uomo trova ogni sorta di giustificazione per evitare di recarsi a trovare e portare consolazione a colui che è stato colpito da infermità fisica. 

In atri casi l’uomo compie gesti di apparente misericordia visitando gli infermi solo per dimostrare ad altri o a sé stesso la sua disponibilità, ma non allargando il cuore all’amore che sarebbe bene provare verso il malato meno fortunato di lui.

In altri casi ancora si trova nell’impossibilità di recarsi a visitare un infermo per svariati motivi, pur provando in cuor suo il desiderio, e quindi soffrendo interiormente per questo impedimento. 
Ma il Signore che scruta il suo cuore, scorge in lui il forte desiderio e riconosce l’intenzione benevola a compiere il gesto di misericordia, gesto che agli occhi del Signore è come fosse stato compiuto.

Ecco perché è bene non giudicare mai nessuno dai gesti esteriori, perché nessuno è in grado di scrutare l’intimo del suo prossimo.

Di contro ci sono anche casi di infermi che non desiderano ricevere visite, per pudore della propria malattia, o perché la vicinanza con persone più fortunate di lui potrebbero generargli una sorta di invidia. 
Ecco che allora è misericordia per voi comprendere quando una visita potrebbe portare bene e quando invece, per questi o altri motivi, la stessa potrebbe generare conseguenze di ansia, nervosismo o discordia, ed è quindi bene, astenersi.

Ricordate che nell’impossibilità di compiere opere di misericordia corporali il sostituirli con la preghiera devota e fiduciosa per la persona destinataria del vostro amore, compie miracoli in quest’ultima, e il vantaggio che ne riceve è decisamente superiore, in quanto Dio opera in essa le attenzioni e a volte anche i miracoli da voi richiesti.

La potenza della preghiera gli uni per gli altri è indescrivibile. 

Ricordate che sia che riusciate a compiere fisicamente l’opera di misericordia (visitare gli infermi) sia che siate impossibilitati a compierla, e quindi offriate il vostro tempo nel pregare per loro, l’importante è il sincero desiderio che deve essere il solo e unico scopo di portare benessere e sollievo all’ammalato.


Se ciò non fosse nelle vostre intenzioni, è meglio per voi astenervi, sarebbe soltanto ipocrisia.




Visitare i carcerati

Opera di misericordia non facile per voi da compiere e non sempre e per tutti attuabile perché per via delle vostre leggi gli impedimenti a visitare le carceri sono elevati. 

Ma come per l’opera di misericordia precedente, visitare gli infermi, anche per questa vale l’intenzione che si prova nel desiderare portare sollievo e compagnia a coloro che hanno fatto uno sbaglio nella loro vita e che adesso stanno scontando la pena con la reclusione, con la mancanza di libertà.

Non potete andare a visitare i detenuti, ma almeno non giudicateli.

Sono persone che hanno sbagliato, hanno seguito una strada che non li ha portati al bene, hanno fatto del male agli altri e a sé stessi, ma voi non conoscendo la vita e il passato che li ha portati a tale deviazione dalla retta via, non siete tenuti ad alcun giudizio nei loro confronti.

Tutti sbagliano, chi più, chi meno, ma solo grazie alle preghiere vostre o dei vostri cari che non cadete in certi comportamenti delinquenti. 
Pertanto astenetevi dal condannare colui che ha sbagliato perché non è stato abbastanza amato o protetto con le preghiere altrui.

Pregate voi per la sua anima affinché questa prova lo liberi dal male che lo ha posseduto e possa con questa sua espiazione ritrovare la strada per una crescita spirituale che potrebbe portarlo alla salvezza se preceduta da una contrizione vera del suo errato operato.


Aprite il vostro cuore, non chiudetelo e non puntate il dito verso chi ha compiuto un delitto, ma invocate per lui la misericordia del Signore affinché possa dare agli altri,  l’esempio della infinita bontà e misericordia di Dio nei confronti di coloro che si pentono sinceramente dei propri peccati ,anche dei più gravi, e perseverano nel proposito determinato di mai più ricadere in essi.



Seppellire i morti

Questa più che un’opera di misericordia è un’opera di pietà verso il corpo di chi è stato richiamato alla casa del Padre, verso un corpo che ha racchiuso la sua anima e lo Spirito Santo inviatogli da Dio.

Seppellire e far benedire la salma rende giustizia a colui che grazie al suo corpo ha potuto vivere e compiere le opere buone e misericordiose perché la sua anima si potesse elevare fino alla gloria di Dio, dove troverà dimora eterna.

Abbiate sempre cura del corpo come dell’anima di un defunto e non seguite le mode o le indicazioni fornite di mille giustificazioni che vi inducono ad accettare come valide tutte le forme di funerale e di tumulazione. 

La cremazione del corpo non è lecita agli occhi di Dio perché nessuno, nemmeno voi stessi per il vostro corpo, ne siete i suoi possessori, ma questo vi è stato prestato perché possiate vivere sulla terra, e appartiene a Dio, come vi dimostra ogni volta quando Lui decide per voi che sia giunta l’ora di lasciarlo e raggiungerLo in cielo.
Abbiate pietà per voi stessi e per i morti nel cercare per i corpi di questi una sistemazione degna del valore che Dio ha dato ad ognuno.

Valore che comprendere pienamente solo alla fine quando i corpi resusciteranno da morte e saranno gloriosamente trasformati nella Divinità del Padre.


Abbiatene rispetto, come rispetto, amore e devozione ne ha il Signore Dio vostro che vi ha creato.






OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE

Consigliare i dubbiosi

Consigliare i dubbiosi non è un’opera pia a cui tutti devono obbligatoriamente attenersi, anzi in parecchi casi è quasi meglio astenersi completamente piuttosto che elargire consigli sbagliati.

Consigliare non è opera umana ma Divina perché l’uomo che è fragile e suscettibile ai cambiamenti e alle manipolazioni, potrebbe, anche se in assoluta buona fede, deviare verso il male una persona che esprime dubbi per ottenerne indicazioni di comportamento.

E’ preferibile, quando non ci si riconosce pienamente competente nell’aiutare il dubbioso a schiarire la sua mente per prendere la decisione giusta, indicare qualcuno di fiducia e timorato di Dio a cui affidare la cura e la risoluzione del problema.

Lo Spirito Santo agisce in coloro che il Padre ha scelto a guida e aiuto nella loro vita affinché attraverso la loro voce “sentano” gli insegnamenti e gli ammonimenti Suoi. 

Il saper discernere se certi insegnamenti arrivano da Lui o meno non è compito che spetta a tutti gli uomini, ma in tutti opera lo Spirito che aiuta, se richiesto, a comprendere di chi ci si può fidare perché dal suo comportamento, dalle sue parole, dai suoi frutti si riconosce l’influsso del Signore che viene incontro ad ognuno di voi anche attraverso di costoro.

Nell’indicare al dubbioso la persona a cui rivolgersi fate attenzione alla scelta, che sia nella Verità, perché qualora questa non suggerisse un comportamento lecito e retto come vuole la volontà di Dio, voi sareste complici della sua perdizione.

Siate pertanto molto prudenti nei consigli e accorti nell’indicare qualcuno e che questi potrebbe darli in maniera che portino alla crescita spirituale dell’anima dubbiosa.

In caso contrario non è mancanza di buona volontà o omissione di opera di misericordia, il mantenersi in silenzio, pregando accoratamente il Signore affinché fornisca chiarimenti alla persona alla quale non volete o non potete essere d’aiuto nel chiarimento del suo dubbio.

Il Signore conosce la via migliore per intervenire e grazie alle vostre preghiere, siate certi che i dubbi saranno risolti.



Insegnare agli ignoranti

Grande opera di misericordia compiuta da colui che prende a cuore la mancanza di conoscenza di suo fratello e lo erudisce elargendogli ciò che lui stesso ha imparato o che per grazia divina è venuto a conoscenza. 

Ovviamente si parla sempre di verità da conoscere riguardanti la Parola del Signore.

Fornire la conoscenza a chi ignora la Santissima parola del Padre implica una responsabilità notevole che non si esaurisce con il solo uso delle parole, per quanto giuste e sante possono essere, e memorizzate facilmente e ripetute, ma comporta da parte dell’oratore anche un adeguato comportamento che giustifichi i suoi stessi insegnamenti.

Anzi è più utile insegnare con il proprio esempio di vita retta che non con parole magari ripetute da altri e poi non messe in pratica. Perché questo confonderebbe e sortirebbe l'effetto opposto a ciò che si vuole insegnare. 

Pertanto nel voler soddisfare questa opera di misericordia ricordate di dare sempre un seguito al vostro insegnamento con un adeguato e consono comportamento in modo che colui che è lontano dalla verità possa attraverso di voi comprenderne il vero significato.

Non è necessaria quindi una grande cultura teologica per aiutare a conoscere, ma una profonda volontà di condividere il proprio sapere perché desiderosi di rendere partecipi i fratelli della gioia che si è appena trovata nella conoscenza della Parola di Dio.

Trovate sempre nella vostra giornata piccoli momenti per dichiarare al prossimo la vostra fede e attraverso queste parole o gesti, riuscirete a compiere delle meravigliose opere di misericordia.



Ammonire i peccatori.

Opera di misericordia, questa, tra le meno adoperate oggi da voi che temete il giudizio dell’uomo. 

Per colpa della vostra omertà e paura di essere condannati da coloro che sono già condannati da Dio perché peccatori, vi chiudete nel vostro silenzio invece di aver il coraggio di correggere chi ha intrapreso una strada sbagliata.

Povero uomo colui che pur sapendo che suo fratello sta sbagliando, tace per paura del suo giudizio e non teme il giudizio di Dio!

Omettere di ammonire i peccatori vi rende complici dei loro stessi sbagli perché se invece aveste il coraggio di ravvederli e se questi rifiutassero i vostri insegnamenti, l’anima loro comunque ne verrebbe scossa e nel suo interno lavorerebbe perché piano piano ritornino al Signore con il pentimento che laverebbe le loro colpe.

In giudizio vi verrà chiesto perché questa omissione che avrebbe potuto salvare l’anima di vostro fratello.

Di fronte alla verità e con la verità nel cuore dovete sempre intervenire ad ammonire chi sbaglia perché la sua colpa non sia addebitata anche a voi.

Ovviamente prima di esprimere la vostra opinione sul suo peccato siate certi di essere voi stessi nel giusto, di aver sempre vissuto una vita con rettitudine e seguendo la parola del Signore evitando ogni debolezza umana e analizzando sempre prima voi stessi magari con l’aiuto di un ministro di Dio. 

Solo allora potrete essere veramente d’aiuto a vostro fratello che vedrà in voi un ammonitore guida per liberarsi dai suoi peccati.

State attenti a non cadere nella presunzione del giudizio e dell’accusa perché allora per voi ci sarebbe solo una condanna. 

E’ difficile riconoscere il vero peccato del fratello se si è pieni di propria presunzione e autoconsiderazione nel considerarsi nel giusto. 

Pertanto siate prima critici verso voi stessi ed auto-ammonitevi e poi con molta discrezione e solo e soltanto per amore di vostro fratello, trattenetelo da parte e parlategli del suo sbaglio.

Il vostro ammonimento deve essere sempre dettato dall’AMORE e dal desiderio di vedere salva l’anima di colui che con le vostre parole, ispirate dallo Spirito Santo, si liberi dall’oscurità in cui è caduto per rinascere a vita nuova in Cristo Gesù.



Consolare gli afflitti

Non girate le spalle a chi vi chiede aiuto!

Non chiudete la porta a chi è disperato e si rivolge a voi per ottenere conforto spirituale e materiale!

Non siate egoisti nel dare e nell’offrirvi con tutti voi stessi e con tutto ciò che avete per amore di vostro fratello.

Se qualcuno è afflitto per un qualsiasi problema, non alzate le spalle pensando che non è affar vostro. 

Così vivono coloro che non potranno mai essere chiamati figli di Dio.

Voi con il Battesimo siete entrati a far parte della Chiesa di Dio e per chiesa si intende la comunità di fratelli che camminano insieme per crescere spiritualmente verso la Luce.

Comportatevi come fratelli sorreggendovi l’un l’altro perché tutto ciò che farete, direte e darete per amore sarà segnato in cielo.

Il vostro obiettivo sulla terra è crescere nell’amore. 

Se non arriverete a comprendere questa verità, avrete vissuto invano. 

Non riceverete la vita eterna.

Siate quindi sempre disponibili a consolare con parole, gesti e beni materiali chi si rivolge a voi per un aiuto, di contro non siate invadenti con coloro che non vi interpellano, solo per soddisfare una vostra vanagloria di misericordia.

Dosate e valutate quando il vostro intervento possa veramente essere d’aiuto al vostro fratello e quando invece, soprattutto se non richiesto, potrebbe creare tensione e disagio.

Come già più volte detto, è opera di misericordia anche solo ricorrere alla preghiera, nei casi più difficili.

Ma mai e poi mai rifiutarsi di aiutare e di condividere compassionevolmente l'afflizione di colui che a voi si rivolge!



Ricordate che tutto concorre all’amore e che tutto ruota al Sommo Amore: più si opera con il cuore e più ci si avvicina alla Gloria.





Perdonare le offese

Il perdono è una parola che non riuscite a comprendere pienamente e ne avete timore.

Perdonare una persona che vi ha fatto del male o soffrire diventa un ostacolo insormontabile nella vostra vita perché il rancore prende il sopravvento e la paura di una eventuale riconciliazione con colui di cui non vi fidate più, vi spaventa. 

Pertanto preferite mantenere il rancore che giustifichi la vostra lontananza.

Ma il perdono è un sentimento interiore che ricolma la vostra anima e la libera dal vincolo che sottilmente la tiene legata in maniera negativa a chi vi ha ferito. 

E’ un sentimento intimo nel vostro cuore, conosciuto solo dal Padre celeste e che vi dona la pace interiore che il rancore non vi concede.

Non è necessario il riavvicinamento con persone che non vi garantiscono la pace, mentre diventa per voi necessario offrire loro il vostro perdono sia interiore sia esteriore soprattutto se questo vi viene richiesto da chi si è pentito del male inflittovi.

Non perdonare vuol dire chiudere il proprio cuore all’amore, del prossimo e di Dio che è il Sommo Bene e Somma Misericordia.

Come il Padre perdona voi ogni vostro peccato così voi perdonate a coloro che hanno mancato nei vostri confronti anche se questi non si riconoscono peccatori.

La vostra carità e le vostre preghiere nei loro confronti saranno opere di misericordia agli occhi di Dio che vi premierà compensando le vostre mancanze, e saranno utili ad aprire il loro cuore indurito.

Non è il rancore o peggio la vendetta a donarvi pace, ma il perdono perché vi libera da ogni legame con il male ricevuto e con colui che vi ha fatto soffrire, per innalzarvi ad un sentimento più nobile che è quello dell’AMORE, sentimento che può solo provenire dal Signore.

Invocate la grazia di Dio continuamente affinché vi aiuti a ricevere il dono di saper perdonare e saper amare, come ha perdonato e amato Gesù coloro che lo hanno crocefisso e continuano a farlo ogni giorno con i loro peccati e la loro indifferenza.

Sopportare le persone moleste

In un mondo, oggi, in cui il desiderio di avere tutto, subito, e bene prende il sopravvento sulla pazienza e la tolleranza, ecco che il Signore vi invita alla calma e alla sopportazione, per amore, sia in ogni circostanza sgradevole, che verso ogni persona che vi infastidisce.

Ciò non vuol dire obbligarsi a condividere la vita con persone che la rendono spiacevole in quanto incapaci di trasmettere amore, perché a quel punto è bene allontanarle per la propria e altrui pace, quando ciò è possibile; ma vuol dire accogliere con remissione e pazienza offrendo al Signore i disagi provocati da persone che infastidiscono la vostra giornata e pregando per loro affinché riescano a riconoscere il loro comportamento non dedito a creare serenità agli altri.

La pazienza è una virtù che la si ottiene con la costanza e il desiderio di piacere al Signore, il Quale mostra costantemente una enorme pazienza nei confronti degli uomini che Egli ama.

Sopportare le persone che creano malessere vuol dire evitare ogni critica nei loro confronti e qualsiasi giudizio, riconoscendo che anche essi sono figli amati dal Padre.


Pertanto offrite il vostro sacrificio a Dio con la pazienza di chi ama perché vede in ognuno dei suoi fratelli Gesù Cristo fatto uomo, e pregate per coloro che non Lo hanno ancora conosciuto affinché la vostra offerta generi grazie a voi e a tutti.



Pregare Dio per i vivi e per i morti

L’importanza della preghiera!

La preghiera innanzitutto come unione e comunione con il Padre: aprirsi a Lui e disporre il proprio cuore a dare e ricevere amore da Colui che vi ha creato.

La preghiera come ringraziamento e lode per tutti i doni che avete ricevuto, soprattutto per quello della vita, e per tutti quelli che continuate a ricevere anche se molto spesso non ve ne rendete conto perché presi dalla vostra umanità e non riuscite a riconoscere la mano di Dio in ogni momento della vostra giornata.

La preghiera come atto di fede e di speranza nel rivolgervi a Dio Padre Onnipotente che tutto vede e tutto può per ottenere una grazia, un aiuto a voi necessario, con la certezza di essere ascoltati e amati, ma soprattutto esauditi, se con vera fede pregate Colui che non abbandona mai i Suoi figli.

Ma la preghiera più amata, efficace e più gradita a Dio è la preghiera che sentite nel cuore con amore, fatta gli uni per gli altri. 

Pregare per i propri fratelli, è un atto di amore massimo e di comunione perché come vi ho più volte spiegato tutto ciò che viene generato dall’amore crea una spirale d’amore che ritorna sempre a comprendere anche il mittente e si allarga su coloro alla quale è rivolta anche se a loro insaputa, e anche su coloro che non hanno capito il vero senso dell’amore universale.

Pregare genera amore e pregare per gli altri vuol dire indirizzare questo amore, generato con la fede e l’unione al Padre, verso i propri fratelli nel mondo.

Ecco che allora la preghiera per i vivi e per coloro che sono vivi per sempre in un’altra dimensione, non più terrena, è un atto di misericordia di grande levatura. 

Al contrario di quanti di voi possano pensare che solo i gesti materiali siano veri atti di misericordia, la preghiera è Il gesto di misericordia in assoluto  più completo perché le braccia di Dio, da voi invocate per aiutare vostro fratello, arrivano dove le vostre non possono giungere fisicamente e materialmente.



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