Domenica 19 Marzo 2017
Ingresso di Gesù in Gerusalemme – Le Palme
L’ingresso di Gesù in Gerusalemme nella sua commemorazione nella Domenica delle Palme ha un significato molto preciso e profondo.
Il Signore è entrato nella Città Santa in groppa ad un asinello, un animale tra i più umili, senza esercito o squadre di uomini a proteggerlo, ma donando solo e tutto sé stesso agli uomini. Lui, Dio, con ingresso umile è entrato nella Sua città, nel Suo tempio. Gli uomini hanno riconosciuto la Sua grandezza nelle Sue parole e nelle Sue opere e così lo hanno accolto come un Re, quello che realmente Egli è. Hanno fatto festa con canti, danze e festoni di rami sventolati al vento per lodare il Figlio di Dio che veniva a loro a portare la pace.
Dio entra sempre con umiltà nel cuore dell’uomo. Spetta a quest’ultimo riconoscerLo e fare festa perché il Divino si è reso piccolo per lui.
Quanti uomini di quell’epoca, in quel momento, avranno pensato con amore a Gesù e con riconoscenza per tutti i miracoli di guarigione nel corpo e nello spirito che da Lui avevano ricevuto. La loro gioia era un atto di gratitudine. Gli stessi Apostoli che avevano vissuto periodi in cui Gesù veniva perseguitato e allontanato in maniera sgarbata dal Tempio, ora, osservando la folla in delirio per il Suo ingresso trionfale, si erano convinti che il peggio era passato, che finalmente il loro amato Gesù veniva riconosciuto e rispettato come il Figlio di Dio.
Quanta falsa illusione e quanto è mutevole l’animo umano.
Gesù sapeva che il suo ingresso trionfale in Gerusalemme era solo un preannuncio del Suo trionfale ingresso nel Regno di Dio, ma che ad esso si giunge sempre e solo dopo sofferenze che ti liberano dall’attaccamento materiale.
Ma l’uomo non vuole soffrire. Non concepisce che solo attraverso la sofferenza acquista merito e gloria dal Padre.
L’uomo fugge dalla sofferenza e per giustificare la sua paura si convince che Dio non può desiderare la sofferenza per gli uomini che ama.
Infatti Dio non desidera la sofferenza per loro, ma l’accetta e la premia se questa viene volontariamente accettata dall’uomo come espiazione dei suoi e altrui peccati.
Gesù entra trionfante in Gerusalemme attraverso un popolo esultante e felice per il suo ingresso, ma che presto, dopo solo pochi giorni, muta il suo entusiasmo in odio.
Quanto è fragile l’uomo e quanto dedito solo a piacersi e a piacere per non perdere l’approvazione altrui, di altri uomini come lui, peccatori.
Dopo pochi giorni il Cristo sarà catturato, insultato, bestemmiato, colpito, flagellato, crocefisso nell’odio più completo di molti e nell’indifferenza di altri.
Questo è l’uomo che cinque giorni prima aveva acclamato al Suo Dio e poi seguendo la massa e da questa guidato, lo condanna.
Questo è l’uomo che prega e si dispera quando desidera ricevere una grazia dal Signore e poi una volta ottenuta, si dimentica di Lui. Lo rinnega o gli rimane indifferente.
Ricordate che l’uomo riceve grazie continuamente dal Padre. Solo un animo sensibile e innamorato riesce a vedere la mano di Dio nella sua vita che costantemente lo aiuta e resta vicino perché da solo l’uomo non potrebbe vivere, anche quando con orgoglio e superbia Lo sfida.
Vivete la vostra vita come se per voi fosse sempre il giorno della Domenica delle Palme, ogni giorno l’incontro con il Signore che entra nel vostro tempio, nella vostra anima e per il quale provate una gioia immensa. Lottate contro il male che vuole allontanarvi da questa gioia per farvi vivere giorni di tristezza e di tribolazione.
Aprite la vostra città santa, il vostro cuore, al Suo ingresso trionfale in voi e non permettete a niente e a nessuno di separavi da Lui.
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