III COMANDAMENTO

Domenica 7 maggio 2017

3° Comandamento:


Ricordati di santificare le feste

Questo terzo comandamento è il più legato ai primi due ed è anche la logica loro conseguenza.

Non avrai altro Dio all’infuori di Me: prevede che chi mette il suo Dio al primo posto nella sua vita desideri anche cercarLo, amarLo, conoscerLo e ricevere da Lui la grazia che solo nella Santissima Messa ottiene, come dono del vero Corpo e Sangue del Cristo.

Non nominerai il nome di Dio invano ma lo farai solo per pregarLo e adorarLo e per farlo quale posto migliore della Sua casa? Con il desiderio di incontrarLo in essa?

Chi ama il Suo Dio non ha bisogno di “ricordarsi” di santificare le feste perché non aspetta altro che vivere il giorno di festa per dedicarlo al Signore.

Il primo vostro pensiero dovrebbe essere proprio l’incontro con il Signore che vi attende e desidera ricolmarvi di grazie e benedizioni donandovi la Celebrazione Eucaristica compiuta dai Suoi discepoli consacrati ai quali ha affidato il compito di perpetuare il Sacrificio di Suo Figlio Gesù.

Ma se il terzo comandamento è stato scritto per un popolo di parecchi anni fa che come pecore smarrite avevano bisogno di una guida da seguire, oggi questo stesso è diventato indispensabile per voi che non siete più solo pecore smarrite, ma siete pecore perse, traviate dal male che vi ha allontanato dalla retta via con i piaceri del mondo ai quali non riuscite a rinunciare nemmeno per un’ora alla settimana.

Santificare le feste, non solo le principali feste dell’anno: Natale del Signore e Pasqua di Resurrezione, l’Epifania del Signore, l’Assunzione della Vergine Maria Santissima e la Sua Immacolata Concezione…… ma ogni Domenica che ricorda il Suo ritorno alla vita dopo la Passione e la Morte, pertanto ogni domenica è da considerarsi “festa del Signore”.

Oggi voi giustificate la vostra assenza alla messa, e spesso anche a quelle più importanti dell’anno, perché associate alla parola “festa” il riposo dal lavoro o dallo studio, quindi dagli impegni quotidiani.

Spesso per voi è occasione di un viaggio, di un divertimento, di un momento di relax, il vivere qualche giorno di festa, tanto che voi oggi non riuscite nemmeno più a dare un significato alla festa del Natale, che la interpretate come una festa dell’amore familiare e dello scambio di doni, alla festa della Pasqua di Resurrezione del Signore, per la quale ne approfittate per compiere le prime scampagnate primaverili. 

Per voi festa vuol dire: allontanarsi dagli impegni quotidiani, e basta.

Festa vuol dire innanzitutto gioia, felicità del cuore. E da dove arriva la gioia del cuore se non dal Signore che vi ha donato la vostra vita?

E come si può pensare di trascorrere con gioia una festa del Signore se prima non si è pensato di farLo entrare nel vostro cuore, amandoLo, lodandoLo e soprattutto ringraziandoLo per avervi permesso di vivere questa giornata?

Ritornate a Lui, fate tutto con Lui e per Lui. Santificate il Suo Santo giorno partecipando all’invito che Lui vi pone continuamente, come un Re che vi invita al banchetto ma che voi invece rinunciate per paura di dover rinunciare.

Si purtroppo è questa la verità: voi rinunciate ad incontrare il Signore per paura di dover rinunciare alla vostra vita, ai vostri svaghi, ai vostri divertimenti miseri e fine a sé stessi, praticamente al nulla, perché essi una volta compiuti nulla vi lasciano nell’anima.

Ma partecipare alla messa non è una rinuncia, anzi è un dono per tutti perché tutti sono chiamati a riceverlo.

Liberate il vostro cuore dalle cose terrene che vi distolgono dal desiderio di incontrare il Signore e sforzatevi di partecipare al Suo banchetto, perché se le prime volte per voi saranno degli sforzi, poi vedrete che sentirete crescere il desiderio in voi sempre più grande di incontrare il Signore ogni giorno.

E più Lo incontrate e più desidererete essere degni di trovarvi al Suo cospetto, purificati dai peccati e a Lui sempre più vicini, in attesa del Suo incontro eterno.



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