II COMANDAMENTO

Domenica 30 aprile 2017



2° Comandamento: NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO

Il nome di Dio, il nome del Signore!

Quanto spesso lo usate invano: per esclamazioni, per delusioni, per esprimere disgusto, sdegno, nervosismo, bestemmiandolo, per avallare il vostro parlare, giurando in Suo nome, per recriminare, per inveire, per odiare.

Molti di voi oggi lo usano per uccidere. Dio, “ossia dare all’io”, dono d’amore del Creatore alla sua creatura, voi lo invocate per giustificare il vostro odio.

Solo raramente, molto raramente lo nominate per lodarLo e amarLo.

Dio Padre è li ad aspettare una vostra parola, un vostro richiamo, ad attendere che invochiate il Suo nome per giungere immediatamente in vostro soccorso.

Ma quando voi lo nominate invano e vi raggiunge, cosa riceve in cambio?
Parole di offesa e di sgarbo.

Ma Lui non smette mai di amarvi. E aspetta, aspetta da voi il vostro amore.

Se voi ricevete parole offensive da un vostro fratello, cosa fate? Rispondete subito a tono offendendo a vostra volta. Se qualcuno usa il vostro nome abbinandolo ad un aggettivo dispregiativo, voi subito reagite più o meno violentemente e sicuramente vi allontanate da quella persona che chiaramente vi ha dimostrato disprezzo e quindi mancanza d’amore.

Così non è per il Padre vostro Celeste che vi ama ancora di più nel momento in cui voi Lo nominate perché spera sempre che lo facciate con l’intento di farLo entrare nella vostra vita. Fino al vostro ultimo respiro il Padre attende che vi rendiate conto di averLo nominato per cose futili e non per ricevere da Lui tutte le grazie di cui avrebbe voluto ricolmarvi se solo lo aveste lodato e amato, e amandoLo, avreste pronunciato il Suo Santissimo nome con la devozione che si deve al Sommo Re e Creatore.

Vi private volontariamente di ogni bene ricercando da soli la soluzione ai vostri problemi o accusando il Padre di essi come se Lui, che vi ha donato la vita, fosse la causa delle vostre sofferenze o contrarietà.

Nominare il nome di Dio invano non è solo un peccato perché viene meno al rispetto del secondo comandamento ma è il peccato dell’anima che non riconosce il suo Dio come colui che è datore di vita al quale va ogni ringraziamento e lode e invece utilizza il suo Santo nome per abbassare il suo spirito ad una umanità mediocre e blasfema, irosa e spesso falsa per la quale riconosce che solo nominare l’Altissimo potrebbe in qualche modo elevarsi e accrescere di potenza.

Questo è il vero significato della bestemmia. Altrimenti perché utilizzare il nome di Dio, della Vergine Santissima, della Santissima Trinità e del Signore Gesù Cristo in momenti terreni e umani della vita in cui non ci si riconosce capaci di affrontarli?

Perché inveendo contro la Potenza Divina e sfidandola, si crede di poter dimostrare forza e coraggio.

Ma l’unica dimostrazione che si ottiene è quella di una persona fragile e incapace di controllare le sue reazioni, che usa la lingua in maniera inappropriata per emergere sugli altri e che oltre a danneggiare sé stesso, danneggia anche chi lo ascolta e ne soffre per le sue parole.

La bestemmia è un male che esce dalla bocca di chi non ha Dio e il suo Santissimo nome, nel cuore.

Riflettete bene prima di pronunciare il nome del Signore vostro Dio che desidera essere chiamato, amato e adorato dai suoi figli ai quali si lusinga di concedere grazie senza numero in cambio del loro amore, e non banalizzateLo utilizzandoLo per le piccole contrarietà che vivete durante la giornata per non abbassare la vostra anima a livello terreno e allontanarla irrimediabilmente dal Suo sguardo.

“Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il Tuo nome….”


Lode a Te o Signore e lode al Tuo Santissimo nome, Dio Padre Onnipotente, ora e sempre!

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